fotografia, fotogiornalismo, giornalismo, mass media
24 ottobre 2006
Privacy via Mignon
L'associazione culturale Mignon (nata per "promuovere un progetto fotografico diretto ad investigare il quotidiano, l'uomo e il suo ambiente") sta facendo un buon lavoro di informazione e riflessione sulla privacy in fotografia attraverso la sua mailing list. Nei vari messaggi giunti alla mia casella e-mail si trovano anche interessanti links a contributi esterni che qui riporto:
Sanzionato l'ex direttore del Gazzettino per la pubblicazione della foto di Hevan
Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia ha deliberato di sanzionare con la censura Luigi Bacialli (già direttore del Gazzettino di Venezia) per la pubblicazione della foto di Hevan (il "bambino mai nato"). Per la stessa vicenda ha invece assolto Maurizio Belpietro (direttore de Il Giornale), Renato Farina (articolista di Libero), Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio), Paolo Mieli (direttore del Corriere della Sera) e Alessandro Sallusti (direttore di Libero) . Qui il testo della sentenza (in formato .rtf). Secondo l'Odg:
Il "Gazzettino" del 12 maggio ha pubblicato in prima pagina la foto di un bimbo morto, vestito come se fosse vivo, sulla base, questa la versione del giornale, di una richiesta avanzata dalla nonna del bambino (“bambino mai nato”, estratto dal ventre della madre assassinata dal convivente). Quella foto è stata poi ripresa dagli altri giornali. Il Consiglio ritiene che la pubblicazione di quella foto, con il contenuto di dolore e di orrore che si porta dietro, abbia forza tale da turbare e offendere il comune sentimento della morale. Secondo il Consiglio, va affermato il principio secondo il quale la pubblicazione della foto di Hevan “offende i lettori, ma soprattutto la dignità di quel bambino” e che “la dignità di un cadavere non è nella disponibilità dei familiari". Luigi Bacialli porta intera la responsabilità della scelta operata. Gli altri direttori e Renato Farina, invece, sviluppando un dibattito sulla foto/notizia, hanno agito nella consapevolezza di esercitare un diritto, quello di informazione e di critica.
La manipolazione delle immagini nel fotogiornalismo
Su Megachip intervista di Germana Pisa a Marco Capovilla - docente di fotogiornalismo all'università IULM di Milano e vicepresidente di Fotografia&Informazione - realizzata dopo un seminario di studio dei giovani della Cisl, svoltosi a Rota Imagna (Bg) il 20 e 21 settembre, nel corso del quale Capovilla ha tenuto una conferenza sul tema: “La manipolazione delle immagini: un secolo e mezzo di pratiche manipolatorie, nei regimi totalitari e nelle democrazie moderne”.
Per utilizzare Picasa - software di proprietà di Google per la gestione e l'archiviazione di immagini - si devono accettare dei termini di utilizzo che tutti di solito sottoscrivono senza neanche leggerli. Ma una clausola dice che nell'inserire immagini in Picasa Web Album si cedono a Google, in perpetuo e senza compensi, i diritti di riproduzione, distribuzione e pubblicazione delle stesse, allo scopo di "promuovere i servizi di Google". Come nota Photoethnography.com "promuovere i servizi di Google" è un concetto molto, troppo, vago.
La mostra contiene immagini scioccanti e discutibili di incidenti stradali. Queste immagini sono state create con l'uso di attori e truccatori nel tentativo di far sì che i visitatori si rendano conto quanto terribile possa essere la scena di un incidente stradale.
Questa una frase dell'introduzione alla mostra "When lives collide", attualmente allestita ad Edimburgo in Scozia, del fotografo britannico Paul Wenham-Clarke, che solitamente si occupa di fotografia pubblicitaria e commerciale. E' un lavoro drammatico e di difficile visione, ma terribilmente efficace: non si sa se colpiscono di più le messe in scena raccapricianti degli incidenti o i volti e i corpi dei veri superstiti. La mostra è stata supportata da "Road Peace".
Una risorsa storica prima che fotografica il nuovo sito di Uliano Lucas: un archivio di immagini che ci consente un viaggio nella storia recente del nostro paese. Il tutto è di facile consultazione, molto veloce e anche esteticamente piacevole. Da non perdere.
Nstein Technologies Inc. ha annunciato la firma di un accordo con l'agenzia fotografica Corbis: Nstein automatizzerà la didascalizzazione delle immagini di Corbis, sia di quelle in entrata sia di quelle già presenti in archivio. Nstein è un'azienda leader nel settore dei testi analitici e dell'accesso a informzioni su piattaforme multilingua.
La serie completa di immagini è visibile su Flickr, ma io ogni tanto ne metterò una su queste pagine, senza inviarla via e-mail agli iscritti: una sorta di esclusiva per i visitatori del blog.
Grazie a Greta per avermi presentato quelli che sono diventati Amici; grazie a Polaroid-o-nizer per gli effetti speciali
La pessima abitudine di imporre la cessione dei diritti delle immagini inviate ai partecipanti a concorsi fotografici prestigiosi non riguarda solo l'Italia (che in questo campo ha una tradizione illustre di aziende o istituzioni con interi archivi fotografici creati aggratis grazie a questi concorsi e a questa clausola). Anche oltremanica ci sono arrivati. Il Guardian ci aveva provato, ma ... e qui sta la differenza con l'Italia ... c'è stata una levata di scudi da parte di operatori del settore tanto che la clausola incriminata è stata abolita. Nè mal comune, nè mezzo gaudio!
Jim Tresher, fotografo del Washington Post da 25 anni, ha realizzato delle foto per un sito internet legato alla catena di supermercati Wal-Mart, infrangendo le regole del giornale riguardo alle collaborazioni esterne. Ogni tipo di prestazione professionale di uno dei giornalisti del Post deve seguire le direttive del giornale che prevedono il divieto di lavorare per un concorrente o per un gruppo politico di pressione (interest group): il sito in questione è stato creato da "Working families for Wal-Mart" un'associazione che ha sostenuto l'azienda durante le recenti dispute sui salari e sul trattamento dei dipendenti, e per questo considerata interest group. Tresher ha dovuto togliere le sue immagini dal sito internet e - anche se aveva lavorato gratis, come volontario - ha dovuto restituire la somma che l'associazione gli aveva riconosciuto come rimborso spese. L'articolo di Joe Strupp su E&P
Tony Sleep, fotografo free lance inglese, sostiene che l'aver sostituito la camera oscura con l'uso del digitale ha rimosso l'idea che l'insieme inscindibile di formazione, equipaggiamento ed esperienza è elemento indispensabile per svolgere professionalmente l'attività di fotografo.
Come dargli torto: non è un caso che nelle migliori scuole di fotografia si insegna la professione partendo dall'uso di banco ottico, negativi, sviluppo e stampa in b&n; per arrivare alla conoscenza di hardware e software "fotografici" solo in un secondo momento. Comunque vi consiglio di leggere il pezzo di Oliver Luft (in inglese) che contiene altri interessanti spunti di riflessione.
IFEX (International Freedom of Expression eXchange) ci fa sapere che sono stati uccisi più giornalisti nel 2006 che in ognuno degli anni della passata decade: 78 quelli assassinati quest'anno, l'ultima è Anna Politkovskaya.
Su Fotografia & Informazione uno Speciale sulle presunte "frodi fotografiche" avvenute nel corso della recente guerra in Libano (tra gli autori ci sono anch'io) e una Riflessione sull'argomento.
L'ottimo Dennis Dunleavy ci dice che da un recente sondaggio, effettuato tra i lettori del suo blog, risulta che una stragrande maggioranza di intervistati ritiene le cosiddette Photo Op una forma di propaganda o di manipolazione. Più che un sondaggio sembrava una domanda retorica, comunque la notiziola mi consente di segnalare un termine sempre più usato, purtroppo: photo op è l'abbreviazione di photo opportunity e sta ad indicare un evento pianificato con attenzione in modo da ottenere una fotografia memorabile ed efficace (praticamente la definizione di manipolazione). Qui il termine su Wikipedia
Un giochino per svagarsi un po'. Il sito Polaroid-o-nizer consente di ottenere un file jpg che sembra una scansione di una vecchia Polaroid da qualsiasi immagine jpg, png o gif, di dimensioni minime 200x200 px, cui sia possibile accedere tramite url (ovvero che risiede dentro qualche sito internet). Un programma elabora l'immagine scelta e ve la trasforma, dandovi la possibilità di variare il colore dello sfondo della cornice, le dimensioni all'interno del finto Polaroid e una scritta da inserire sotto la foto.
fotografo, giornalista, docente di fotogiornalismo; sono uno dei fondatori di pol!femo, collaboro con Fotografia&Informazione; uso questo blog come blocco note online: per conservare e condividere links, notizie e appunti che poi si trasformano in articoli e lezioni. Dal 2006 la mia attività fotografica si svolge all'interno dell'associazione professionale Polifemo Fotografia, sul cui sito potrete vedere i miei ultimi lavori; se siete curiosi di sapere cosa facevo prima vi tocca andare su una vecchia pagina web.
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