Reuters is reporting from London that one of their photojournalists and a driver have been killed in a blast in Baghdad, but that the circumstances surrounding their deaths are still unclear. Namir Noor-Eldeen, 22, and Saeed Chmagh, 40, died today in eastern Baghdad.
Altro bel reportage multimediale su Mediastorm. Black Market di Patrick Brown è un lavoro sul traffico di animali rari (il terzo mercato illegale al mondo dopo quelli di armi e droga). Un paio di immagini erano state pubblicate dalla rivista Internazionale che aveva tradotto un'inchiesta del Guardian sull'argomento (n. 699, pag. 52). Cliccando sull'immagine sottostante potrete vedere l'intero servizio e anche alcuni brevi audiovisivi di "approfondimento" sulla sorte degli animali dopo la loro cattura (la zuppa di squalo, l'uso nella chimica, le pellicce, la macellazione e la preparazione per la cottura di un coccodrillo, il circo).
Mi sono dimenticato di segnalare due mie contributi a Fotografia&Informazione, da tempo pubblicati su fotoinfo.net
Autoritratti di killer Gli autoritratti del killer della Virginia University Cho Seung sono una conferma della potenza e dell'efficacia delle foto di cronaca amatoriali, che in una sorta di reality iconografico ci mostrano il vero volto della violenza e probabilmente le ultime immagini rimaste negli occhi delle vittime; foto più vere del vero, che non ci consentono nemmeno di filtrare l'evento nel nostro immaginario con la solita frase "sembra un film".
Fillon, Vanneste e Stalin Un'osservatorio che parte da un trafiletto pubblicato dal quotidiano "la Repubblica" del 26/06/2007 a pag. 24, e che qui riporto per intero: Ritocco per la foto di Fillon. E il deputato scomodo sparisce Parigi - Sul sito del governo è stata ritoccata la foto della visita del primo ministro francese Fillon a una fabbrica di Turcoing, per far sparire il deputato Christian Vanneste. Per Fillon non è opportuno farsi vedere in compagnia di chi ha affermato il ruolo positivo del colonialismo e che "gli omosessuali sono inferiori agli eterosessuali". La censura è stata condannata dai gruppi omosessuali: "è un modo di fare sovietico", hanno detto.
Credo di averne già parlato da qualche parte, ma lo ripeto perchè l'ho rivisto poco fa: Kingsley's Crossing è uno dei migliori lavori fotogiornalistici realizzati negli ultimi anni. Da vedere senza perdersene un solo secondo. Complimenti all'autore Olivier Jobard e a Mediastorm per averlo diffuso insieme ad altri bellissimi reportage multimediali. Prendetevi 20 minuti e cliccate sull'immagine.
Contributo di Pino Granata su Stock Photo Talk intitolato "We are not butchers" (per sapere chi è Pino leggete le due righe di presentazione alla fine del suo intervento): nel pezzo Granata scrive (traduzione mia, quindi approssimativa):
Sul suo blog Paul Melcher dice che l'industria delle foto non è mai stata così in salute. [...] In questi giorni le agenzie fotografiche stanno comprando e vendendo per 200 milioni di dollari o più. C'è una grande quantità di denaro nell'industria delle foto e questo è vero. [...] Rispetto a tutto il denaro che indubbiamente gira nell'industria delle foto, io vedo poco contenuto. Quando guardo le riviste non vedo delle belle immagini. E nemmeno vedo nuovi grandi autori. Le foto migliori che ho visto recentemente sono immagini scattate 20 anni fa in Iran, quelle di un'esecuzione. Forse sono un socialista europeo sognatore [...] ma mi interessano molto poco i milioni di dollari. Mi interessa vedere grandi fotografie.
Un intervento che meriterebbe un dibattito, ma da quello che mi risulta Pino Granata è l'unico esponente di agenzie fotografiche italiane che esce allo scoperto (preciso che io non lo conosco personalmente, ma solo attraverso i suoi scritti): speriamo che anche altri suoi colleghi lo facciano.
Dennis Dunleavy propone un sondaggio annuale riguardante l'atteggiamento e la percezione dei fotografi sulla manipolazione digitale delle immagini: qui il post di spiegazione e qui il link per partecipare al sondaggio (in inglese).
Come qualcuno avrà notato ho modificato l'ultima sezione della sidebar di questo blog: adesso è intitolata "Quello che ho letto" e contiene i links da me consultati recentemente e messi in condivisione grazie a Furl, servizio online di bookmark sharing che smetterò di ringraziare solo quando non sarà più gratuito e che purtroppo rimane ancora poco usato dagli operatori dell'informazione, con mio grande stupore.
VII photographer Alexandra Boulat remains in a medically-induced coma at Hadassah Hospital in Jerusalem following a brain aneurysm. Dave Yoder posted today on Lightstalkers: There has not been any significant change in Alexandra's condition for the last few days as she remains in a coma, although there have been some minor operations to make her more comfortable. Her situation remains critical but stable.
Ecco un mio commento al post "E li chiamano motion" pubblicato sul blog Fotografia: parliamone! di Sandro Iovine. Lo so che vi chiedo il solito sforzo, ma sarebbe meglio leggerlo prima di proseguire.
Caro Sandro chi scrive è un convinto sostenitore del fotogiornalismo multimediale: ritengo infatti che molti audiovisivi giornalistici siano un modo per fare buona informazione e un ottimo modo per interessare alle tematiche di attualità chi solitamente ne sta alla larga. Insomma, con questi prodotti si abbinano informazione e divulgazione, il tutto - a mio modestissimo parere - valorizzando l'immagine fotografica e riportandola ad una popolarità che sembrava perduta.
Il paragone che fai con le multivisioni realizzate con diaproiettori ha un suo senso storico, ma bisogna anche aggiungere che gli attuali audiovisivi, pensati e realizzati per il web, hanno una facilità di realizzazione, di diffusione e di fruizione che le classiche multivisioni in diapositiva certo non potevano e non possono permettersi. Questo non è un aspetto da sottovalutare: perchè proprio tali facilità hanno consentito a operatori dell'informazione di proporre contenuti giornalisticamente validi e approfonditi, e ai lettori di vedere ascoltare e conoscere argomenti interessanti se non inediti.
Certo occorre parlare anche degli aspetti più commerciali di tale settore: da tempo i quotidiani statunitensi hanno capito che il multimedia attira lettori (che passano dal sito al giornale cartaceo) e quindi inserzionisti (idem e viceversa), tanto da investire sempre di più sui contenuti online e da tagliare gli investimenti nel giornale su carta. Prova ne sono alcune recenti decisioni del Washington Post in questa direzione, le dichiarazioni del direttore del NYT Sulzberger in una sua recente intervista e le considerazioni di Vittorio Sabadin sul suo libro "L'ultima copia del new York Times".
Aggiungo, con soddisfazione e fregandomi le mani, che gli audiovisivi in campo fotogiornalistico sono anche una rivincita dei fotografi free lance ma soprattutto dei fotografi di staff (interni al giornale, assunti: figura sconosciuta ai quotidiani italiani!) nei confronti delle grandi agenzie fotografiche, le quali sembrano arrancare di fronte a nuove proposte e nuovi investimenti provenienti dalle redazioni.
Quindi più che prestare attenzione a Magnum in Motion (sito che ritengo tra i meno significativi del panorama multimediale, perchè impostato su logiche promozionali che privilegiano l'autore sull'evento, la pubblicità sull'informazione), occorrerebbe visitare le sezioni Multimedia di New York Times e Washington Post, dare un'occhiata ai vincitori del premio Best of Photojournalism nella sua sezione Web Sites (concorso organizzato dalla National Press Photographers Association), farsi un giro su Interactive Narratives e Photography Channel e infine guardare il lavoro di Ed Kashi sul Kurdistan (questo sì, potrebbe aprire un dibattito sulle similitudini tra linguaggio fotografico multimediale e linguaggio cinematografico, che qui non ho tempo, spazio e voglia per iniziare) o l'operazione Territoires de Fiction ampiamente diffusa da Le Monde o il bellissimo sito Chiloè Stories (anch'esso vincitore di un riconoscimento al premio Best of Photojournalism).
fotografo, giornalista, docente di fotogiornalismo; sono uno dei fondatori di pol!femo, collaboro con Fotografia&Informazione; uso questo blog come blocco note online: per conservare e condividere links, notizie e appunti che poi si trasformano in articoli e lezioni. Dal 2006 la mia attività fotografica si svolge all'interno dell'associazione professionale Polifemo Fotografia, sul cui sito potrete vedere i miei ultimi lavori; se siete curiosi di sapere cosa facevo prima vi tocca andare su una vecchia pagina web.
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