Intervista di NPR ad Ed Kashi riguardo il suo ultimo lavoro sull'industria petrolifera in Nigeria. Kashi è infatti il co-autore di "Curse of the Black Gold", libro realizzato con Michael Watts e pubblicato da PowerHouse Books, che documenta la relazione tra il petrolio, l'ambiente e la comunità nigeriana nei 50 anni trascorsi da quando l'oro nero è stato scoperto nell'area. Seguendo i links potete ascoltare l'intervista, vedere un'anteprima dell'audiovisivo prodotto da MediaStorm e leggere un estratto del libro.
... la maggioranza degli azionisti della Getty Images ha approvato l'acquisizione dell'agenzia fotografica da parte di una affiliata della Hellman & Friedman, impresa che investe in media ...
Su Foto8 si sta aprendo un interessante dibattito sui parametri di valutazione delle foto premiate al WPP, dibattito che riguarda le nuove strade e le nuove prospettive del fotogiornalismo.
Il problema dei diritti d'autore delle foto inserite nei siti di social network. Non credo sia una questione che riguarda immagini "preziose" (che ogni autore, specialmente se professionista, conserverà gelosamentee e divulgherà con molta attenzione): chi "posta" le proprie foto su questo genere di siti lo fa con lo spirito della condivisione totale; però le imprese che li gestiscono potrebbero trovare un modo creativo per utilizzare queste immagini senza dover corrispondere nessun compenso all'autore. Il dibattito è aperto.
Con Matteo Scanni e Angelo Miotto ho realizzato "L'Italia chiamò": un documentario autoprodotto su quattro militari italiani contaminati dall'uranio impoverito che cercano un difficile ritorno alla normalità al rientro dalle missioni di pace in Kosovo, Bosnia e Iraq.
Sotto potete vederne il trailer
Questo il testo di presentazione che abbiamo scritto
Sono migliaia. Contaminati, malati, alcuni già morti. Giovani militari, in divisa. Chi per passione, chi per necessità economica, mandati a combattere senza le necessarie precauzioni, anche se ministri e generali conoscevano i rischi. Il nemico invisibile è la radiazione, la polvere sprigionata dai proiettili all’uranio impoverito, caduti a pioggia su Bosnia, Kosovo, Irak. O esplosi nei poligoni di tiro italiani.
Quattro storie viste nella quotidianità di chi è guarito, di trattamenti sfinenti di chemioterapia, di capelli e fiducia persi nella negazione continua delle istituzioni, di chi è rimasto senza un figlio e in casa non ride più da anni. Quattro soldati mandati a svolgere ‘il loro dovere’. Ma la missione più rischiosa non era sotto il fuoco nemico.
Il documentario è uno dei tre finalisti della sezione Premio Produzione del Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi ed inoltre è stato selezionato per il Bellaria Film Festival, per il Napoli Film Festival e per il Premio Internazionale Documentario Reportage Mediterraneo. Sarà proiettato a Bellaria Venerdì 6 Giugno (alle 13.30 al Cinema Astra) e Sabato 7 Giugno (alle 18.30 al Cinema Pjazza) e a Napoli Giovedì 12 Giugno (alle 16.30 a Castel Sant'Elmo in Sala 1).
Abbiamo voluto realizzare un film che racconta la quotidianità di chi deve convivere con una malattia arrivata all'improvviso a causa di omissioni, dolo e colpe delle istituzioni militari. Un lavoro costruito su racconti e storie, dove non succede niente di particolarmente spettacolare, ma che entra nel privato di coloro che ci hanno aperto le loro case e ci hanno resi partecipi dei loro ricordi. Un giornalismo lontano da quello cui ci ha abituato la real tv dominante e che è ben esemplificato dalla clip che potete vedere qui sotto.
Erano anni che cercavo questo film: l'ho trovato sul sito freedocumentaries.org Un documentario che ormai sente il peso dell'età, ma è sempre interessante se non imperdibile.
Le immagini della serie "Provincial Japan", realizzate da Guido Castagnoli durante un soggiorno di due mesi in Giappone, indagano il paesaggio urbano delle piccole cittadine di provincia portandoci lontano dagli stereotipi legati alla rappresentazione del Giappone contemporaneo.
Philip Blenkinsop: "My asian heart" di D. Bradsburys
Un video di David Bradburys che ha seguito il fotogiornalista Philip Blenkinsop, dell'agenzia Noor, durante il suo lavoro di documentazione di conflitti poco conosciuti ma molto violenti nel sud est asiatico.
Il reportage multimediale realizzato per il Washington Post che ha vinto il primo premio nella categoria In-Depht Web della sezione TV nel concorso Best of Photojournalism 2008 (NPPA)
I vincitori del quarto trimestre di valutazione del miglior utilizzo della fotografia in ambito editoriale da parte della National Press Photographers Association: bellissima presentazione con una galleria di tutte le pagine delle testate selezionate
Ne parla anche C. Caujolle nella sua rubrica per Internazionale (vedi links sotto), tessendone le lodi: a me non sembra niente di eccezionale, nè di diverso dalle decine di siti con lo stesso spirito e gli stessi intenti che si trovano in rete. Boh! Saranno suoi amici?
Lezioni audio online di giornalismo multimediale della News University, in forma di discussione sui web-video del concorso BOP: dal 3 al 7 Marzo in diretta o riascoltabili dopo l'archiviazione (che ancora devo trovare!), naturalmente okkio al fuso orario.
Il link al video sul corso di giornalismo multimediale alla Boston University (tra i cui docenti figura anche Brian Storm di MediaStorm) che visibile nel post precedente
"Davvero i giornali sono destinati a sparire? Oppure è possibile trovare una formula di equilibrio tra informazione tradizionale e online? Si sta sviluppando un sistema sostenibile dove le due componenti diventano complementari"
Chiara Goia, mia ex allieva e una delle vincitrici del Premio Canon di quest'anno, è diventata una brava fotografa non certo per i miei insegnamenti ma perchè si è fatta un anno di ICP a New York. Lo dico non come boutade ma con cognizione di causa, perchè Chiara mi ha mostrato alcuni suoi lavori e sono rimasto colpito dalla trasformazione artistica e professionale subita. Invidioso, le ho dunque chiesto cosa le hanno insegnato di tanto fruttuoso, come e cosa ha funzionato in quella scuola. Lei - sul momento - mi ha dato alcune risposte, ma quella più interessante me l'ha scritta il giorno dopo da New York: con il suo consenso (grazie!) la pubblico di seguito, perchè contiene alcune riflessioni e indicazioni che ritengo centrali per chiunque voglia affrontare professionalmente l'attività di fotogiornalista.
(...) Le tue domande sul come abbia iniziato a fotografare in un certo modo mi hanno fatta riflettere molto e vorrei aggiungere qualcosa a quello che ti ho gia' raccontato. Una cosa su cui hanno sempre puntato alcuni degli insegnanti che ho avuto e con cui mi sono trovata meglio, e' il livello di intimita' che si riesce a stabilire con il proprio soggetto, non solo standogli vicino, ma cercando di immedesimarsi e di vivere le sue emozioni il piu' possibile, facendo capire quali sono le sensazioni che lo muovono. Questo si ottiene al meglio se il fotografo per primo espone le sue emozioni e le sue debolezze, cosi' da fare diventare il lavoro non solo una rappresentazione del soggetto, ma anche dell'autore stesso. Una cosa per me molto iportante che mi ha insegnato Joseph Rodriguez (l'insegnante del corso "New York photo project" di cui ti raccontavo) e' quella del "ritorno alle origini", ovvero una riconnessione con il proprio passato, con cio' che si e' e con quello da cui si cerca di fuggire ma che appartiene a noi stessi. Con quello che ci fa stare male perche' e' cosi' vicino ma cosi' difficile averne a che fare. E' cosi' che ho iniziato il lavoro su mia nonna che e' poi diventato quasi il mio metro di paragone con tutti gli altri lavori che ho incominciato dopo. Per quanto riguarda le immagini secondo me sono secondarie, nel momento in cui si prende coscienza di questo fatto. Sicuramente avere delle persone che mi aiutano a capire quali fotografie funzionano meglio, mi ha anche aiutata (e continua a farlo) nel tempo a plasmare il mio modo di vedere. Ma la ricerca non si ferma mai e credo che i fattori variabili siano davvero tanti e difficili da descrivere e da quantificare. Comunque una cosa importantissima resta guardare e digerire tante immagini, non solo fotografiche, anzi. Piu' che cercare di emulare altri fotografi. Chiara Goia
Pubblico questo audiovisivo che ho realizzato a margine di un lavoro per Psychologies Italia: per vederlo clicca sull'immagine sotto, dura 3.30 min e parte automaticamente all'apertura della pagina.
Mike Zerby, fotogiornalista dello Star Tribune, girò nel 1992 un video di 18 minuti, con una cinepresa Hi-8, intitolato "Photojournalism at the Star Tribune in 1992". Oggi lo ha digitalizzato e messo a disposizione online: lo potete vedere qui sotto. Un breve ma intenso documentario che entra nelle metodologie del lavoro fotogiornalistico all'interno di una redazione (dall'assegnamento del servizio all'editing: passando per riprese, sviluppi e selezione di immagini); ma soprattutto mostra com'era il fotogiornalismo in era proto-digitale. Visto oggi diventa un documento quasi nostalgico: sono passati 16 anni da quelle immagini, ma sembrano 50! Da vedere
il lavoro della mia ex allieva Chiara Goia, premiato all'ultima edizione del Premio Canon per Giovani Fotografi e visibile fino al 1 Marzo a Milano presso la Galleria Grazia Neri
Su YouTube ho trovato questa raccolta di video (a cura di Moleskine City Blogs) che mostra i moleskine di alcuni personaggi più o meno noti: ho estrapolato quelli di tre fotografi e ne ho fatto una playlist con player per questo blog. Certo che è un'operazione di marketing, ma i filmati si vedono volentieri.
The Season è un progetto di Scott Strazzante, fotografo di staff del Chicago Tribune, il quale seguirà l'intera stagione di una squadra di pallavolo femminile, la Joliet Catholic Academy, che tenterà di migliorare il terzo posto conquistato nel passato campionato. Naturalmente le immagini non si limitano alle partite ma riguardano tutto ciò che accade prima e dopo il match: viaggi, allenamenti, tensioni, riti, attese, gioie e delusioni. La particolarità dell'operazione sta nella diffusione delle immagini su un blog (aperto apposta e dedicato esclusivamente a questo servizio fotografico) prima che sul giornale cartaceo, ed in tempo quasi reale: Scott posta le foto alla fine di ogni giornata di riprese, con un breve testo di accompagnamento. Da seguire. Un esempio di progetto che si può realizzare solo grazie ad un utilizzo intelligente di un valido staff di fotografi interni al quotidiano.
una grande quantità di strumenti alternativi di informazione sono sbocciati in California per seguire lo sviluppo dei grandi incendi
Aggiungo che i prodotti multimediali e interattivi non vengono utilizzati solo per l'informazione giornalistica ma anche per l'informazione di servizio. Molto utile e ben fatto il box del Los Angeles Daily News che ha stilato una sorta di vademecum on line interattivo (con introduzione esplicativa, elenco di attrezzature necessarie in caso di incendio, links utili, mappa da scaricare pronta per la stampa). Su un'altra pagina sempre il LADN ha messo le mappe interattive con lo stato degli incendi (quello che ho visto era aggiornato a Giovedì scorso). Li potete vedere cliccando qui (non fatevi ingannare dall'immagine iniziale: dal menù a destra andate su "Preparing for disaster" e "Interactive fire map").
Queste mappe interattive sono state molto usate dai quotidiani online USA durante l'emergenza incendi: alcuni hanno sfruttato le mappe di Google, con i loro mash up , che si possono velocemente aggiornare e personalizzare a piacere con l'inserimento di simboli, testi e immagini. Ma le più efficaci risultano quelle realizzate in esclusiva per un sito: ad esempio quella di USA Today
Sul fronte reportage incendi segnalo quello del Los Angeles Times: alle immagini si somma l'audio in presa diretta delle comunicazioni via radio dei vigili del fuoco. Ma faccio mio il consiglio di Amy Gahran, autore del succitato articolo su Poynter, che sottolinea il contributo dato dai citizen journalists e segnala un gruppo su Flickr dedicato all'argomento e i reportage di NowPublic (crowd powered media), di questi ultimi eccone uno (gli altri andateveli a cercare: e che devo fare tutto io!)
Il mio amico fotografo Fulvio Bortolozzo ha visitato Artissima14, fiera dell'arte contemporanea che si è svolta a Torino dall'8 all'11 Novembre: per esprimere il suo punto di vista sull'evento ha realizzato questa paginetta. A me è sembrato un bel modo di documentare un evento: senza pretese, ma con efficacia sia nell'uso della fotografia (ha mescolato immagini di visitatori con particolari delle opere), sia nell'uso del web (il montaggio verticale a scacchiera delle foto, posizionato senza tanti fronzoli al centro del monitor, consente di non annoiarsi e di avere una buona panoramica della manifestazione). Insomma, racconta più una semplice pagina web di mille parole!
Parecchio tempo fa avevo segnalato un breve audiovisivo realizzato da Pete Souza per il Chicago Tribune, ma il link era andato perduto nei meandri della redazione multimediale. Adesso però il giornale lo ha rimesso on line e lo potete vedere qui: guardatelo perchè, in appena 30 secondi, racconta esattamente cosa significa essere un fotoreporter oggi.
Mercoledì 3 Ottobre, h 18.30 inaugurazione "La città multiculturale" mostra del concorso fotografico organizzato dalla Culture Factory della Fondazione Eni, aperto dal 3 al 13 Ottobre con orario 13-19 (domenica chiuso)
Domenica 7 Ottobre, Maratona Fotografica FNAC presso Polifemo tappa e punto di ristoro della manifestazione
Lunedì 29 Ottobre, h 18.30 inaugurazione "Itaku, Italian Cosplay" fotografie di Camilla Micheli, quinta mostra della rassegna "Riguardo i cittadini"
Altro bel reportage multimediale su Mediastorm. Black Market di Patrick Brown è un lavoro sul traffico di animali rari (il terzo mercato illegale al mondo dopo quelli di armi e droga). Un paio di immagini erano state pubblicate dalla rivista Internazionale che aveva tradotto un'inchiesta del Guardian sull'argomento (n. 699, pag. 52). Cliccando sull'immagine sottostante potrete vedere l'intero servizio e anche alcuni brevi audiovisivi di "approfondimento" sulla sorte degli animali dopo la loro cattura (la zuppa di squalo, l'uso nella chimica, le pellicce, la macellazione e la preparazione per la cottura di un coccodrillo, il circo).
Credo di averne già parlato da qualche parte, ma lo ripeto perchè l'ho rivisto poco fa: Kingsley's Crossing è uno dei migliori lavori fotogiornalistici realizzati negli ultimi anni. Da vedere senza perdersene un solo secondo. Complimenti all'autore Olivier Jobard e a Mediastorm per averlo diffuso insieme ad altri bellissimi reportage multimediali. Prendetevi 20 minuti e cliccate sull'immagine.
Avevo già segnalato la mia playlist su YouTube che raccoglie filmati o montaggi riguardanti il fotogiornalismo: oggi riesco anche a postarla su queste pagine per una visione immediata. Eccola qui sotto.
Com'è noto non sono milanista né tantomeno berlusconiano, ma mercoledì scorso sarebbe stato impossibile dormire e allora sono andato a vedere e sentire, questo il risultato
un esperimento multimediale sul quale sono graditi i commenti professionali, ma saranno sgraditi eccessi di esultanza (se milanisti) o di invettive (se interisti).
"Lampedusa, frontiera sud", è un lavoro fotografico costruito su dittici in cui a ogni volto di immigrato extracomunitario sbarcato clandestinamente a Lampedusa vengono associati i segni di una vicenda umana estrema.
Inaugurazione Lunedì 28 maggio 2007 dalle 18:30 Polifemo | Fabbrica del Vapore | Via Luigi Nono 7 | 20154 Milano Orari dal Lunedì al Sabato, dalle 9 alle 13 (domenica chiuso) Informazioni: www.polifemo.org | 02.36521349 | info@polifemo.org
Dopo la rassegna di mostre fotografiche sul paesaggio urbano "Riguardo le città" svoltasi nel 2006, Polifemo ha organizzato RIGUARDO I CITTADINI, un ciclo di mostre fotografiche sul tema del ritratto. Il progetto intende mostrare lavori di documentazione e ricerca che, attraverso l'utilizzo del ritratto fotografico, forniscano uno spaccato dell'Italia contemporanea.
Una serie di sei mostre personali che si effettueranno da Maggio a Novembre 2007. Questo il calendario delle mostre dei sei autori selezionati che avranno luogo a Milano presso la sede di Polifemo alla Fabbrica del Vapore.
• Il cerchio della terra fotografie di Alessandro Branca: 03 – 12 maggio 2007 • Lampedusa, frontiera sudfotografie di Ilenia Monterosso: 28 maggio – 07 giugno 2007 • Dormitorio Carracci fotografie di Armando Giorgini: 25 giugno – 06 luglio 2007 • Così lontano, così vicino! fotografie di Guido Castagnoli: 10 – 22 settembre 2007 • Itaku Italian Cosplayfotografie di Camilla Micheli: 29 ottobre – 09 novembre 2007 • Panis Nostrum fotografie di Spela Volcic: 21 – 30 novembre 2007
DVIDS è una sezione del Third Army/U.S. Army Central Public Affairs Office. La funzione di DVIDS è di soddisfare le richieste di video, audio e immagini riguardanti operazioni militari dell'esercito USA in zone di guerra (si occupa anche di coordinare interviste con soldati e comandanti e rende disponibili archivi relativi ad operazioni in atto in tutto il mondo). Tutti i materiali sono realizzati da appartenenti all'esercito. Sottoscrivendo una newsletter (ma non ho capito come si fa!) è possibile ricevere quotidianamente un link che indirizza alle immagini realizzate il giorno stesso dai fotografi-soldato nelle zone delle operazioni. Da quello che ho capito è inoltre possibile ricevere le immagini in alta risoluzione semplicemente inviando una richiesta via e-mail.
La facilità di accesso ad immagini realizzate sul campo tende a semplificare la pubblicazione di foto edulcorate e controllate dall'esercito, e quindi rende tutto il servizio un'operazione di propaganda mediatica. Però - devo ammettere - sono rimasto colpito dalla bravura di questi fotografi-soldato: alcune immagini sono proprio ben fatte e sottintendono una formazione professionale di buon livello (immagino avvenuta fuori dall'esercito, ma non ne sono così sicuro). Qui trovate il link alle immagini dell'ultima settimana (suddivise per giorno di realizzazione) scattate soprattutto in Iraq.
APhotoADay segnala che Michael David Murphy ha postato sul suo blog un video su Garry Winogrand ("street photographer" per antonomasia) che parla del suo lavoro con Bill Moyers. Il filmato è del 1982 ma è stato recentemente digitalizzato e messo in condivisione su Vimeo. Eccolo qua sotto.
Carolyn Cole del Los Angeles Times è stata nominata Fotogiornalista dell'Anno dalla National Press Photographers Association nel concorso annuale Best of Photojournalism (cliccate sul link per vedere tutti i vincitori e soprattutto la categoria relativa ai prodotti multimediali). Ma è da segnalare il secondo posto del solito Tyler Hicks (New York Times) già segnalato come Newspaper Photographer of the Year nel POYi (vedi precedente post)
"Fa piacere vedere premiato un fotografo (Hicks; ndr) che è stato ingiustamente criticato su alcuni blog per la didascalizzazione di una sua immagine scattata in Libano lo scorso anno"
Da segnalare i riconoscimenti ai lavori multimediali i cui links riporto qui sotto (meritano una visione):
Best Multimedia News Story or Essay
Los Angeles Times | “The Lifeline” | Photography and Audio: Rick Loomis
MediaStorm | “Bloodline” | Photography, Video and Audio: Kristen Ashburn
Palm Beach Post | “Train Jumping” | Photography: Gary Coronado
Su Cyberjournalist l'elenco dei finalisti delle sezioni "ON LINE" del 2007 National Magazine Award: si tratta dei siti di quelle testate che hanno corposi contenuti multimediali sia in quantità che in qualità.
"Territoires de fictions è il progetto di un gruppo di 52 fotografi francesi decisi a ridefinire il linguaggio del fotogiornalismo in collaborazione con creativi, montatori, operatori audio e grafici, al fine di realizzare un lavoro sull'identità francese. Da questa collaborazione è nata un nuovo prodotto chiamato "POM" (Petite oeuvre multimédia ovvero Piccola Opera Multimediale). Mischiando giornalismo, creatività, emozione ed astrazione, POM, diffusa in esclusiva su LeMonde.fr durante la campagna presidenziale, offre una varietà di sguardi sulla Francia del 2007." (da LeMonde.fr)
in mostra dal 22 marzo al 6 Aprile 2007 nell'ambito di Photofestival 2007 presso pol!femo / Fabbrica del Vapore Via Luigi Nono 7 Milano Ingresso libero Orari: tutti i giorni dalle 13 alle 19 (Sabato e Domenica compresi)
Quest'anno ho tenuto un breve corso di Tecniche di Fotogiornalismo alla Scuola di Giornalismo dell'Università Cattolica di Milano e ho impostato le lezioni in modo da consentire agli allievi la realizzazione di un lavoro multimediale, che prevedesse l'utilizzo combinato di immagini e contributi sonori. Abbiamo scelto come macro-tema quello dell'agricoltura in città, sviluppato su micro-temi che hanno documentato l'attività di singole Cascine situate alle porte di Milano. I risultati li potete vedere a questa pagina web (una sezione di magCity, quotidiano on line realizzato dagli studenti della Scuola di Giornalismo): non sono particolarmente esaltanti dal punto di vista fotografico, ma considerando diversi fattori (il fatto che nessuno degli allievi sarà mai un fotogiornalista, il periodo limitato di tempo a disposizione, la stagione non troppo favorevole all'argomento, la brevità di un corso "facoltativo") possiamo considerarci soddisfatti della nostra prima volta. Sicuramente con tempi, mezzi e motivazioni adeguate i ragazzi avrebbero potuto fare di più e, mi viene da dire, sicuramente di più - se lo abbiamo fatto noi - potrebbero fare i vari siti dei nostri quotidiani.
Sul quotidiano il manifesto di ieri un interessante articolo di Giorgio Boatti che potrebbe tranquillamente essere un "osservatorio" di Fotografia&Informazione. Il titolo è: Piccoli equivoci tra una foto e la sua didascalia, sottotitolo: " Non sempre la fotografia è un reperto storico: negli archivi Alinari, la cui nuova sede è stata inaugurata a Firenze, una immagine della visita in Argentina di Pio XII. Che da papa non si mosse da Roma" Questo il concetto centrale:
(...) la fotografia è un documento storico se messo nelle mani degli storici o, comunque, affidato alle cure di chi ha le conoscenze per contestualizzare il senso e i riferimenti portati da un'immagine. Nelle mani di qualcuno che non possiede queste competenze o che ha un'altra «missione» - la propaganda politica, per esempio, o, più banalmente, la più vasta commercializazione possibile delle immagini possedute - il senso, e l'uso, della fotografia possono cambiare.
I migliori libri fotografici del 2006 secondo AmericanPhoto
Un sondaggio tra i redattori di American Photo ha dato vita alla classifica dei migliori libri fotografici del 2006 nel settore della fine art. Sono solo opinioni, ma mi sembrano degne di segnalazione. In fondo all'articolo i links alle recensioni dei singoli volumi che in certi casi conducono anche alle relative gallerie di immagini.
Un'intervista di Charlie Rose ad Henri Cartier Bresson con un'introduzione di Richard Avedon: come dice Joerg Colberg "vale la pena guardarla" e ascoltarla.
Shooting War è un fumetto pubblicato on line a puntate, scritto da Anthony Lapp e illustrato da Dan Goldman. Il protagonista è un blogger indipendente che vuole mostre al mondo la vera immagine della guerra in Iraq grazie alla sua video camera e al suo sito internet. Grazie a Ken per la segnalazione.
Iraqi Kurdistan è uno sguardo ampio e approfondito sulla vita quotidiana del popolo Curdo del nord dell'Iraq. Queste immagini offrono una visione alternativa di una cultura che sta cambiando, diversa da quella dominata da distruzione e discordie che domina la copertura giornalistica della regione offerta dalla maggioranza dei media. Realizzata dal fotogiornalista Ed Kashi, durante un viaggio compiuto nel 2005 e durato 7 settimane, è presentata con immagini montate a formare un'animazione.
Ho provato a postare una clip del film FUR: un ritratto immaginario di Diane Arbus tratta da blip.tv ma non ci sono riuscito a causa di complicazioni tecniche che si trasformano in complicati metodi per pubblicare qui il video.
E con questo ho concluso il mio improvvisato test sui siti di video sharing. Vimeo si è dimostrato il più semplice e immediato per l'inserimento di video sui blog, MyHeavy il più bello e completo (offre un motore di ricerca che considera i video contenuti su altri siti), blip.tv arriva ultimo. Ovviamente tutto è nato per trovare un'alternativa all'intasatissimo YouTube.
Niente di nuovo ma questo audiovisivo mi sembra ben fatto e godible ... inoltre sto testando Vimeo, uno dei tanti siti di video sharing, e mi serviva qualcosa da postare: poteva andarvi peggio.
A Parigi la mostra "A Visual Weapon. Soviet Photomontages 1917-1953" cerca di dimostrare come i cambiamenti di stile nei fotomontaggi russi riflettono i cambiamenti nel sistema politico e nella vita quotidiana nell'Unione Sovietica dal 1917 fino al 1953, anno della morte di Stalin.
Per la prima volta la mostra del World Press Photo si tiene anche nella capitale senegalese Dakar: lo ha annunciato l'organizzazione del più conosciuto concorso internazionale di fotogiornalismo. La mostra si svolge (si sta svolgendo) dal 23 Novembre al 14 Dicembre. Ancora una notizia che conferma quanto detto sul "fotogiornalismo dal secondo mondo".
Ancora A Photo A Day segnala A Day A Photo, progetto del fotografo Will Yurman che ha postato una foto al giorno negli ultimi 3 anni con l'intento di esplorare nuove idee visuali e mettere in pratica nuovi modi di guardare. Yurman ha realizzato una nuova foto ogni giorno per metterla on line ogni notte.
Grazie a Michele Trecate (Scrivere con la Luce) segnalo due interessanti testimonianze sulla vita quotidiana di un fotografo.
La prima è di John Loomis, che sul suo blog ci spiega perchè continua a collaborare da free lance con il New York Times, nonostante i 200$ al giorno di compenso elargiti dal più prestigioso quotidiano del mondo non siano sufficienti a vivere in una metropoli occidentale (e tra le righe vengono fuori i motivi per cui le grandi agenzie fotografiche sono le uniche a prosperare nel settore).
La seconda testimonianza è di Christopher Morris, che racconta in un video del Time le difficoltà nel fotografare il Presidente degli Stati Uniti per 5 anni, con il rischio della ripetitività delle immagini.
Editor&Publisher ha annunciato i vincitori del concorso annuale Photos of the Year: Thomas James Hurst del The Seattle Times ha vinto il primo premio con un'immagine di una famiglia pachistana sopravvissuta al terremoto dell'ottobre 2005. Una galleria dei vincitori delle varie categorie in cui è suddiviso il concorso è visibile sul sito di E&P.
La mostra contiene immagini scioccanti e discutibili di incidenti stradali. Queste immagini sono state create con l'uso di attori e truccatori nel tentativo di far sì che i visitatori si rendano conto quanto terribile possa essere la scena di un incidente stradale.
Questa una frase dell'introduzione alla mostra "When lives collide", attualmente allestita ad Edimburgo in Scozia, del fotografo britannico Paul Wenham-Clarke, che solitamente si occupa di fotografia pubblicitaria e commerciale. E' un lavoro drammatico e di difficile visione, ma terribilmente efficace: non si sa se colpiscono di più le messe in scena raccapricianti degli incidenti o i volti e i corpi dei veri superstiti. La mostra è stata supportata da "Road Peace".
La serie completa di immagini è visibile su Flickr, ma io ogni tanto ne metterò una su queste pagine, senza inviarla via e-mail agli iscritti: una sorta di esclusiva per i visitatori del blog.
Grazie a Greta per avermi presentato quelli che sono diventati Amici; grazie a Polaroid-o-nizer per gli effetti speciali
Appunti per una storia della fotografia al femminile
Dal 9 giugno al 14 settembre 2006
Appunti per una storia della fotografia al femminile
Brescia, MUSEO DI SANTA GIULIA, Via Dei Musei 81/b, info: +39 0302977834
Orario: da martedì a domenica dalle ore 10 alle 18 - lunedì chiuso (possono variare, verificare sempre via telefono)
Curatori: Ken Damy, Giuliana Scimè, Mario Trevisan
La II edizione della Biennale Internazionale della Fotografia di Brescia ha per titolo ‘Appunti per una storia della fotografia al femminile’, ed è dedicata a quelle donne che hanno lasciato, e continuano a lasciare, impronte indelebili nell’evoluzione della fotografia come arte autonoma.
Oltre cinquecento immagini, selezionate per il Museo Santa Giulia, che provengono dal mondo intero per far conoscere al pubblico opere d’arte autentiche – non mortificanti copie contemporanee – delle autrici più significative: dalla pioniera Julia Margaret Cameron, che a metà Ottocento produsse ritratti di intensa bellezza, alla giovane cinese Cui Xiuwen e alla giapponese Shinako Sato, fra le più interessanti proposte contemporanee. Il percorso, assai complesso, tocca i punti focali dei generi in fotografia e attraversa le diverse culture d’Europa e Americhe: il fotogiornalismo con le maestre americane Berenice Abbott, attenta anche alla sperimentazione, e Margaret Bourke White, entrate a pieno diritto nel Gotha dei grandi, assieme a Dorothea Lange; e l’italiana Letizia Battaglia che, a colpi di riprese, ha combattuto la lotta contro la mafia e le sperequazioni sociali in Sicilia. Altre, invece, hanno osservato l’universo personale come Francesca Woodman o Sally Mann. Cindy Sherman e Orlan da sempre sono i soggetti stessi delle loro opere: autoritratti in continue diverse personificazioni, e prima di loro la surrealista Claude Cahun. La moda, la moda è donna e in duplice valenza: Lillian Bassman e Louise Dahl-Wolf, protagoniste delle riviste patinate, Deborah Turbeville, Sarah Moon. L’erotismo e l’estetica del corpo con Ruth Bernhard. E le punte avanzate della sperimentazione che vengono da assai lontano, dalla Bauhaus con Lucia Moholy e Toni von Haken, per investire la contemporaneità con Eleonor Antin e Shirin Neshat, la prima americana e la seconda iraniana. Le frontiere non esistono, nemmeno i confini alla creatività. La mostra è un ‘giro del mondo’ della fotografia a bordo della macchina del tempo, dal 1860 alle ricerche contemporanee.
The Best Photography on the Web: dopo tre mesi di "navigazione" American Photo e popPhoto.com hanno selezionato 10 eccellenti siti web di altrettanti fotografi, con stili e specializzazioni diverse, ognuno dei quali sta utilizzando il web per condurre la fotografia verso nuove aree e nuovi livelli di comunicazione. Da non perdere il sito del primo selezionato, il fotografo Brian Finke, ma sono tutti da guardare.
"Geografie visive di Milano" fotografie di Michele Nastasi
Giovedì 25 maggio 2006 alle ore 18.30 inaugura la quinta mostra della rassegna "Riguardo le città".
E' un'occasione per vedere il lavoro che Michele Nastasi ha realizzato sulla città di Milano: cercate di trovare il tempo per venire a vedere una ricerca fotografica approfondita e meticolosa. Vi aspetto.
THE BROKEN IMAGE fotografia / arte contemporanea di Polifemo, Pippa Bacca, J.P. Hol, Francesca Gagliardi
The Broken Image è un'indagine sulle potenzialità della fotografia in uno scenario artistico sempre più interdisciplinare, organizzata e condotta dai quattro fotografi di Polifemo (Leonardo Brogioni, Italo Perna, Germano Scaperrotta e Luca Tamburlini) in collaborazione con tre giovani artisti (Pippa Bacca, Francesca Gagliardi e Johan Peter Hol). Ogni fotografo ha collaborato con un artista e da queste sinergie sono nate cinque opere che parlano dell'immagine e della sua funzione: Hardship, Jungla, Tempi di Posa, Teste Parlanti, Upgrade 05. Il titolo del progetto deriva dal linguaggio di Internet, "the broken image" è infatti il termine con il quale si indica l'icona di un'immagine mancante (il quadratino con la x rossa che appare ogni qualvolta non si riesce a visualizzare un'immagine all'interno di una pagina web) e al tempo stesso si potrebbe tradurre in italiano con il termine"immagine infranta", concetti che ben riassumono lo spirito dell'iniziativa: immagine mancante ovvero immagine da trovare attraverso operazioni "di rottura" della stessa o sulla stessa.
In mostra dal 16 al 31 Gennaio 2006 presso Polifemo - Fabbrica del Vapore Via Luigi Nono, 7 – 20154 Milano – tel. 02.36521349 – info@polifemo.org Orario: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18.30 oppure su appuntamento
Ingresso libero Inaugurazione: Lunedì 16 Gennaio 2006 dalle ore 18.00
Con il contributo del COMUNE DI MILANO Con il supporto del CONSOLATO GENERALE DEI PAESI BASSI e di ATM
Bella mostra a Firenze, Palazzo Strozzi: artisti contemporanei mostrano un inquietante universo femminile con installazioni, fotografie, video, dipinti, sculture, proiezioni. Una mostra rivolta anche al grande pubblico, ma che riesce a non scadere nelle semplificazioni. Una sola immagine con riferimento al parto, bellissime le sculture di cristallo, commovente la proiezione della Goldin, ipnotica l'installazione video della Abramovic, indimenticabili il film della Neshat e le sculture di Wang Du . Da vedere.
L'associazione degli editori di periodici statunitensi ha scelto le più belle copertine di riviste americane degli ultimi quaranta anni. E infatti quaranta sono le prime pagine selezionate, con tanto di classifica finale. In proposito Vittorio Zucconi su la Repubblica del 19 Ottobre scrive che "se una foto vale mille parole, una copertina vale mille pagine" e aggiunge che queste scelte sono "tutte dita negli occhi, sfide per costringere a fare ciò che più il consumatore detesta: la fatica di pensare". A dir la verità io sto facendo i salti mortali per trovare periodici che mi facciano pensare e ancora non sono totalmente soddisfatto, quindi sto pensando che siano gli editori a detestare il pericolo che io possa mettermi a pensare.
Reportage del Los Angeles Times sul carcere di Bollate (Mi) : si possono vedere le foto solo previa registrazione gratuita (link sulla pagina dell'articolo, a destra in alto).
Bollate è preso come esempio di carcere ove un crescente numero di detenuti mussulmani vengono irretiti da compagni di cella (nonchè esponenti dell'integralismo islamico) e indirizzati sulla strada del terrorismo violento.
Se lo dice il LAT sarà vero.
Certo è che per conoscere la situazione negli istituti di pena italiani dobbiamo leggere i quotidiani americani, d'altro canto per sapere come stanno le cose a Guantanamo dobbiamo consultare i giornali europei.
Dice che si chiama globalizzazione. A me sembra la solita e diffusa pratica dei mass media occidentali per far pensare che i problemi stanno sempre altrove, lontani.
Via Dolorosa è il titolo dell'installazione di Mark Wallinger che è stata collocata stabilmente all'interno della cripta S. Carlo nel Duomo di Milano (sotto l'altare principale). Si tratta di una video installazione di 18 minuti con al centro le ultime ore della vita del Cristo. Le immagini - tratte dal film "Gesù di Nazareth" di Franco Zeffirelli - vengono però cancellate del 90% lasciando in primo piano un rettangolo nero da cui affiorano solo frammenti di fotogrammi. Oltre che la bellezza dell'opera colpisce l'operazione in sè. Il lavoro di Wallinger è stato infatti voluto dall'Arciprete del Duomo di Milano, Monsignor Luigi Manganini, il quale ha fatto un ragionamento molto semplice: come nel rinascimento la Chiesa commissionava opere pittoriche ai più grandi artisti dell'epoca, così deve avvenire oggi, tenendo conto del fatto che la disciplina artistica più rappresentativa del momento non è più la pittura ma l'installazione. L'illuminato monsignore si è così avvalso della consulenza di Artache per l'individuazione di un'esperienza artistica adatta al luogo sacro. Una mentalità aperta cui non eravamo abituati, specialmente da parte di rappresentanti del clero. Complimenti. Da vedere. p.s. e poi - diciamolo - a chi non è venuto in mente di oscurare un film di Zeffirelli? In questo caso l'operazione è pure servita per creare un'opera d'arte: che invidia!
fotografo, giornalista, docente di fotogiornalismo; sono uno dei fondatori di pol!femo, collaboro con Fotografia&Informazione; uso questo blog come blocco note online: per conservare e condividere links, notizie e appunti che poi si trasformano in articoli e lezioni. Dal 2006 la mia attività fotografica si svolge all'interno dell'associazione professionale Polifemo Fotografia, sul cui sito potrete vedere i miei ultimi lavori; se siete curiosi di sapere cosa facevo prima vi tocca andare su una vecchia pagina web.
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